di Oscar Wilde
con Valentina Sperlì, Roberto Valerio, Pietro Bontempo
regia di Roberto Valerio
produzione Compagnia Orsini
dal 12 al 29 novembre 2015
“Un marito ideale” è sicuramente la migliore commedia di Oscar Wilde, la commedia in cui riesce meglio a fondere una trama seria e la leggerezza della sua scrittura. Tema centrale della commedia è il problema della corruzione politica e dell’integrità dei governanti: un tema drammaticamente presente nella nostra società. Ne deriva uno spettacolo che scarnificando il testo all’osso, si propone di mettere la lente di ingrandimento su interrogativi di sconcertante attualità: è possibile una politica senza compromessi? la questione morale è un fatto privato o pubblico? esiste ancora un limite oltrepassato il quale si prova vergogna delle proprie azioni?
Al tema pubblico della politica se ne aggiunge un altro di carattere privato: un marito, per essere ideale,deve anche impersonare la perfezione morale? Essere incapace di qualsiasi debolezza e indifferente a qualsiasi tentazione? E se l’uomo potesse arrivare a tanta perfezione, il sentimento della moglie sarebbe l’amore o diverrebbe piuttosto venerazione degna di un essere celestiale? Ma il marito è un uomo: ha egli bisogno di questa venerazione, o di un amore che lo circondi, che lo comprenda, che lo conforti,lo sorregga?
Tutti i personaggi ancorati alla loro eleganza, si muovono per spazi angosciosi dove s’annidano duelli, ricatti e compromessi.
“Ogni uomo ambizioso deve combattere il proprio secolo con le sue stesse armi”. Le armi che l’autore impugna per combattere il perbenismo e l’ipocrisia della sua epoca sono proprio quelle del teatro di genere in voga, per un pubblico che vuole solo divertirsi con soggetti di ambientazione borghese. Ma sul canovaccio stereotipato della commedia vittoriana Wilde innesta il suo formidabile gusto per la battuta caustica, l’aforisma fulminante, il dialogo frizzante, il nonsense, il paradosso, il virtuosismo verbale, gettando via in un soffio tutto il vecchiume e la polverosa ipocrisia di un’epoca.
Il linguaggio di Wilde, così complesso e raffinato, dona alla commedia, nonostante la gravità dei temi trattati, un soffio costante di leggerezza. La leggerezza intesa non come superficialità, bensì come qualità primaria e fondamentale (vedasi le “Lezioni Americane” di I. Calvino) di un’opera d’arte.