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 di e con Paolo Rossi

e con i Virtuosi del carso

Produzione La corte ospitale

dal 22 ottobre al 3 novembre 2013

 

 

In un paese dove la passione è scomparsa ovunque, nei legami sentimentali come in quelli con la propria comunità (un tempo chiamavasi politica). Dove il caos regna principesco sia nei rapporti economici che in quelli affettivi, un uomo si perde. Si perde in una notte assolutamente e terribilmente magica sull’altopiano del Carso”. Non è facile seguire Paolo Rossi quando descrive il suo nuovo spettacolo, Perché divaga, scherza, improvvisa e ammalia l’interlocutore. “Quest’uomo - prosegue - si perde in una terra che non conosce anche se c‘era nato a poco più di 300 metri. Tra grotte, fiumi sotterranei, rovi e pietre questo sarà per lui l’unico luogo dove ormai vivono ancora le fiabe degli amanti perduti e delle passioni tradite”.
Sì, ma di che cosa parla questo “Amore è un cane blu” che l’attore di Monfalcone porta al Vittoria dopo i successi di “Mistero buffo” e “Serata del disonore”? “È un diario, un disegno. Diventerà un film. Per ora un concerto visionario, popolare, lirico e umoristico. Narra di un tragico smarrimento e di una comica rinascita. Visto che nei miei lavori ha sempre governato la troika attore - persona - personaggio avrebbe potuto intitolarsi L’uomo che amava le donne. Oppure L’uomo che non sapeva amare sia le donne che il suo partito. Non sarebbe stato male anche Autobiografia non autorizzata oppure L’uomo che raccontava barzellette ai sassi. Invece si chiamerà L’amore è un cane blu… che sono entrambi animali molto, ma molto difficili soltanto da immaginare. Ma come si dice: per incontrarli bisogna non perdersi, e per non perdersi il modo migliore è non sapere mai dove andare. Il mio avvocato mi ha suggerito di aggiungere a questa scheda riassunto la frase: ogni riferimento a persone o fatti realmente esistiti o accaduti è puramente casuale. Ad ogni modo si narrerà di ripartire in ogni trattativa – sia con se stessi, in camera da letto, in piazza o in parlamento – dalla ricchezza di un palpito coraggioso piuttosto che la misera miseria del soldo e della paura (anche se entrambi hanno la loro importanza, soprattutto la seconda). E questo è quanto”.
Insomma, Paolo Rossi è sempre il solito: sai da dove parte, ma non puoi immaginare dove andrà a finire. Accontentiamoci, per ora, dell’unica certezza: sul palco sarà accompagnato dai “virtuosi del Carso”, autentica band balcanica capitanata (figurarsi) da un pugliese doc, l’inseparabile sodale di Paolo Rossi, Emanuele Dell’Aquila.

 

 

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