di Adam Long, Daniel Singer e Jess Winfield
con Alessandro Benvenuti, Nino Formicola e Francesco Gabbrielli
regia di Alessandro Benvenuti
produzione Artisti Associati
dal 3 al 13 marzo 2016
Non si può riassumere se non si è capito l’insieme, non si può descrivere ad altri il cuore di un’opera se oltre all’intelligenza analitica non si possiede la sensibilità per raccontare in modo semplice la complessità dell’animo umano che ha prodotto l’opera stessa. Tutto Shakespeare in 90 minuti distilla, dall’imponente corpus delle opere del Bardo, i succhi drammaturgicamente più preziosi del suo talento riproponendoli in una cavalcata comica tanto irriverente quanto emozionante, perché comunque tu le proponga, le parole di W. S. contengono sapere e poesia, e chiunque abbia la fortuna di recitarle su un palco non può che venir toccato dalla loro grazia restituendola al pubblico che ascolta.
Afferma Alessandro Benvenuti: “Fare Shakespeare tutto in una volta, per me che del bardo di Stratford-upon-Avon non ho mai fatto niente né come regista né come attore, è uno di quei paradossi che ogni tanto amo vivere. Tutto Shakespeare in 90 minuti è uno squisito, geniale manicaretto teatrale ispirato dal genio d’oltre Manica. Quasi cento ore sarebbero, infatti, necessarie per rappresentare più o meno seriamente l’intero corpus di opere Shakespeariane; Adam Long, Daniel Singer e Jess Winfield, gli autori del testo, hanno preso il tutto e lo hanno messo a bollire in un pentolone cuocendolo a fuoco lento fino a estrarne un brodo drammaturgico super concentrato che da più di venti anni delizia i palati di un pubblico sempre più vasto ed entusiasta”.
Ha scritto il Today Show: ‘Se ami Shakespeare ti piacerà, se lo odi ti piacerà lo stesso’. Fra le tante critiche entusiastiche che lo spettacolo ha raccolto in mezzo mondo, questa, che è la meno trionfalistica, racchiude in sé la verità più vera. Non si resiste infatti al fascino e al peso specifico delle parole di un grande poeta quando queste vengono dette con la potenza della semplicità e il desiderio, da parte di chi le recita, di far divertire chi ascolta attraverso l’intelligenza che in esse, l’autore di teatro più grande di sempre, vi ha messo facendole diventare, non per caso, immortali.