CRITICA VINCITRICE PREMIO “LO SPETTATORE CRITICO”
Stagione teatrale 2018/2019
Roma, 23 luglio 2019
Spettatrice vincitrice: Sig.ra Anna Rita Scialanga
Premio: soggiorno di una settimana presso il Villaggio turistico Innamorata all’Isola d’Elba nel mese di settembre 2019.
Spettacolo: L’IMPRESARIO DELLE SMIRNE di Carlo Goldoni
in scena dal 27 settembre al 7 ottobre 2018
regia Stefano Massina; con (in o.a.) Nicolas Zappa, Matteo Montaperto, Stefano Dilauro, Chiara David, Andrea Carpiceci, Chiara Bonome, Mattia Marcucci, Virginia Della Casa
Produzione Attori & Tecnici
La direttrice artistica Viviana Toniolo ringrazia quanti hanno partecipato a “Lo spettatore critico 2018-19” e vi invita a cimentarvi con una o più critiche per gli spettacoli prodotti da Attori & Tecnici anche per la prossima stagione.
Di seguito il testo della critica vincitrice:
Un ricco mercante turco giunge a Venezia per mettere insieme una compagnia di cantanti lirici italiani da portare in una favolosa tournée nelle Smirne toponimo con cui un tempo si designava l’odierna Turchia. Tramite il conte Lasca, apparentemente amico degli attori, ma in realtà viscido approfittatore, entra in contatto con un gruppo di teatranti che si riveleranno pettegoli, invadenti, boriosi, intriganti e assetati di danaro, con le primedonne che fanno a gara nell'alzare le loro richieste sparlando ferocemente le une delle altre, fino a mettere in fuga l'aspirante impresario.
L'opera è un affresco satirico del teatro musicale dell'epoca, il graffiante ritratto di una fauna pettegola e capricciosa di virtuose, di improbabili tenori, di maldestri poeti drammatici, che tuttavia conserva una sua attualità riferibile a certi modelli di produzione teatrale dei nostri giorni. E’ un mondo che Goldoni conosce bene e poteva parlarne per fondamento, come lo stesso dichiara nella prefazione dell'opera; l’autore critica con dolore quel mondo da lui tanto amato, sottolineando la disperazione e la malinconia esistenziale dei personaggi, ma non esitando a mettere in luce le stravaganze e le miserie degli artisti per favorire il gioco e l'ilarità.
La regia accorta di Stefano Messina coinvolge lo spettatore; quel cambio di scena che con poche funi e qualche telo ci porta, a sipario aperto, in oriente è veramente affascinante. Brillante la compagnia, imponenti le voci che eseguono dal vivo brani indimenticabili come saltimbanchi che tentano la vita, che inventano il teatro citando le belle parole di Enzo Jannacci, uno dei brani proposto a complemento di un già importante testo, di costumi impeccabili e di una scenografia vivace. Ogni personaggio, dal Turco al servitore, si rivela incisivo, necessario in un divertissement d'ensemble ed è tratteggiato per essere assolutamente insostituibile.
Un testo apparentemente spensierato, ma che fa riflettere sulle difficoltà di soubrette e attori, in cerca di una scrittura per sbarcare il lunario e di impresari impegnati in investimenti sempre più onerosi; più in generale il testo ci invita a riflettere sul teatro che oggi, come e forse ancor di più che nel settecento, fatica ad andare avanti. Ogni teatro in difficoltà dovrebbe indurci a valutare l’importanza dell'Arte e in modo specifico dell'Arte teatrale nella società contemporanea, del ruolo che riveste all'interno di suddetta Arte, l'attore e in quale modo sia possibile riuscire a realizzare spettacoli di grande valore artistico senza adeguate risorse finanziarie.
A teatro sediamo accanto a sconosciuti, rispettiamo il silenzio e non perché non abbiamo niente da dire ma perché ci educhiamo all’ascolto. Stare a teatro, andare a teatro è una palestra di civiltà, un allenamento all’umanità. Non ci rendiamo conto della straordinaria possibilità che ci offre ogni volta da almeno 2.500 anni: STARE INSIEME. Impegniamoci a non far morire alcun teatro perché un teatro che muore è una sconfitta per ciascuno di noi.
Anna Rita Scialanga