CRITICA VINCITRICE Premio “LO SPETTATORE CRITICO”
Stagione teatrale 2016/2017
Roma, 27 giugno 2017
Spettatrice vincitrice: Sig.ra Viola Centi
Spettacolo: “ELETTRA” , regia Giuliano Scarpinato
Produzione: Attori & Tecnici
Premio: soggiorno di una settimana presso il Villaggio turistico Innamorata all’Isola d’Elba nel mese di settembre 2017.
La direttrice artistica Viviana Toniolo ringrazia quanti hanno partecipato a “Lo spettatore critico 2016/17” e invita a cimentarvi con una o più critiche per gli spettacoli prodotti da Attori & Tecnici anche per la prossima stagione.
Di seguito il testo della critica vincitrice:
Mentre il pubblico prende posto nella sala, si percepisce un’aria giovane e giovanile. D’altronde “Elettra” di Giuliano Scarpinato è risultata opera vincitrice al concorso “Salviamo i talenti”, tenutosi nel Giugno scorso, presso il Teatro Vittoria a Roma, che adesso la riaccoglie con entusiasmo. Un testo arduo, quello di Hugo von Hofmannsthal, scritto nei primi del Novecento e imperniato di una profonda analisi psicologica, inevitabile data la contemporaneità della filosofia Freudiana con la composizione del testo teatrale. Un canto d’inizio sancisce l’apertura del sipario che, come il coro greco, introduce a passi lenti lo spettatore nella vicenda. Il sipario, però, non permette la visione della totalità della scena. Rimane a metà, e noi chiamati da spettatori – voyeur ci troviamo spaesati. Aspettiamo. Il tavolo centrale imbandito a festa, come volesse annunciare l’avvento di un pranzo regale, stona con il dramma che da lì a poco avverrà. Amletica citazione questa, che permette una grottesca presentazione di tutti i personaggi. Da Jarry a Charles Perrault, tutti gli innesti di linguaggi, sono volti ad una mediazione ed un’attualizzazione della tragedia. Il dolore muto che logora Elettra, viene condiviso dagli altri giovanissimi attori, che si fanno carico di una vendetta, forse troppo grande. Una scelta eroica. Un contrasto inadeguato, ma che vuole attualizzare quello che accade nella contemporaneità, in un mondo in cui troppo spesso il dolore e la sofferenza gravano sulle spalle di adolescenti ancora fanciulli. Le parole dell’autore austriaco prendono corpo, con grande maestria, il regista cerca di fisicizzarle in ogni personaggio. La cupa atmosfera, non fa che rendere tutto più enigmatico. Cala il mistero, quasi ci ritrovassimo d’improvviso in una sala cinematografica, davanti a uno schermo su cui viene proiettato un thriller intimista. Il ritmo incalzante si alterna a dolci sussurri, pieni di dolore e di astio, in una casa che si fa tempio di odio e di colpa. Un doppio sogno, un’incredulità che insinua il dubbio se ciò che stiamo vedendo non siano fantasmi, che svaniscono dietro ai bianchi teli velati che, sul fondo della scena, obnubilano la vista. Impossibile, infine, ignorare la fratellanza con Fa’afafine, spettacolo di Giuliano Scarpinato, oggetto di grandi polemiche e censure. Entrambi ricerche sull’identità, sull’identità in formazione. Elettra, come Alex di Fa’afafine, è una figlia, e anche lei è una bambina intrappolata nel passato, che non riesce ad uscire dal lutto. Al contrario di sua sorella, Crisotemi, che le si contrappone per il forte legame che ha con la vita.
Viola Centi